L’invito degli amici di Nobiltà Sabauda e di Emozioni in Canavese a partecipare alla giornata settecentesca al Castello d’Agliè ha innescato in noi la solita curiosità e voglia di scoprire quali musiche potessero animare la residenza quando era abitata. E questa ricerca ci ha regalato non solo bellissime musiche, ma anche una dolcissima storia d’amore, la più romantica del Seicento, che ha già all’epoca infervorato i cuori ed animato le chiacchiere. Lei è la bellissima e inquieta Cristina di Borbone, figlia di Enrico IV e di Maria De’ Medici e sorella di Luigi XIII, giunta a Torino nel 1619 per andare in sposa a Vittorio Amedeo I, duca di Savoia. Abituata alle feste e alla frivolezza, riuscì ad animare la corte sabauda e a coinvolgere anche il marito, più incline alla solitudine, alla caccia e alle passeggiate. Nel 1630, quando aveva 24 anni, incontrò a Cherasco il conte Filippo d’Agliè, al seguito di Maurizio di Savoia; bello, colto e raffinato. Questo incontro cambiò la vita di entrambi: Cristina fu molto colpita dal conte e dalla sua avvenenza, lui si dedicò a lei per tutta la vita, dapprima discretamente, poi, dopo la morte di Vittorio Amedeo, diventando il suo consigliere più intimo e fidato. Fu al suo fianco negli anni durissimi della Reggenza, quando imperversava la lotta tra Madamisti e Cognatisti e la sostenne e confortò negli scontri contro Richelieu, pagando anche con la prigione. Si diceva che i due fossero segretamente sposati.
Negli anni della Reggenza di Cristina, nonostante la guerra, Torino fu un richiamo per artisti e talenti che, sotto la guida di Filippo, la abbellirono e le diedero un aspetto degno di una capitale europea. Come non ricordare il lavoro dell’architetto Guarino Guarini, che progettò due delle cupole più belle d’Europa, quella della chiesa di San Lorenzo e della Cappella della Sindone. Sotto la direzione di Filippo, nominato nel 1646 “Gran Maestro delle Fabbriche e Sovrintendente delle Finanze” fu costruito e decorato il Castello del Valentino, le chiese di S. Teresa e S. Francesco da Paola e, in collina, la Vigna di Madama Reale (ora Villa Abegg); fu ristruttrato Palazzo Madama, coprendo il cortile medievale e creando nuovi eleganti spazi. Inoltre Filippo si occupò della ristruttuazione del castello di Agliè. Filippo, uomo colto e valentissimo musicista e ballerino, fu anche l’animatore della vita di corte, realizzando feste, balletti e spettacoli dedicati a Cristina, per sorprenderla e farla sentire protagonista. Tra i più apprezzati ci furono “Il Tabacco”, “Gli Abitatori dei monti” e sicuramente “Il Gridelino”. Questo balletto fu realizzato l’ultimo giorno di Carnevale del 1653 su libretto, musiche e coreografia di Filippo d’Agliè, con l’obbiettivo di celebrare la sua Cristina. Il “Gridelino” infatti è il colore che Cristina amava più di tutti, e che era solita indossare. Realizzato quando ormai Cristina e Filippo erano in là negli anni, in un’età che all’epoca era considerata piuttosto avanzata, è una dichiarazione d’amore di Filippo per la sua Regina, amore e devozione che rimangono anche quando la bellezza inizia sfiorire.
“Manca il fiore che ride in un bel viso
ch’ogni giardin d’amor nel verno cade,
ma chi coltiva un fior di Paradiso
sprezza i danni del tempo e dell’etade.”
De “Il Gridelino” si sono consevate le arie dei balli. L’originale è a quattro parti: in occasione dell’appuntamento “Emozioni Barocche” non abbiamo saputo resistere e abbiamo realizzato una versione per duo di violini, con lo scopo di presentare ai nostri amici questa affascinante figura e questa romantica storia d’amore che ha attraversato i secoli. Un giornalista presente quella domenica, Paolo Hutter, ha ripreso la nostra esibizione ed ha pubblicato il video su Youtube.
Ricordando che questa versione non ha alcuna pretesa filologica, ma solo un intento divulgativo, la condividiamo con voi.
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